Home » Come e quando innaffiare un’orchidea

Come e quando innaffiare un’orchidea

da Micaela Petrilli

Alcune orchidee hanno foglie carnose, altre canne o pseudobulbi, che offrono una discreta riserva d’acqua alla pianta, per questo la maggior parte dei generi non ha bisogno di frequenti bagnature (la famiglia delle pleurotallidinae e altre miniature specifiche richiedono bagnature frequenti ma sono casi meno comuni rispetto alle orchidee che troviamo nella grande distribuzione).

Quanto spesso bagnare?

Una delle domande a cui è più difficile rispondere!

Molto spesso leggiamo che le orchidee vanno bagnate ogni 7-10 giorni.

Però questa affermazione non tiene conto di alcuni fattori importanti:

non tutte le orchidee appartengono alla stessa specie e hanno le stesse necessità.

Il ritmo delle innaffiature non dipende mai esclusivamente dalla pianta in sé ma da fattori variabili come, substrato, temperature, ambiente di coltivazione, stagione.

Allora non c’è una risposta valida e definitiva?! Purtroppo no,

ma aspetta non tutto è perduto, ecco cosa puoi fare per familiarizzare con le innaffiature delle tue orchidee:

Quando innaffiare una phalaenopsis.

Per capire quando sia opportuno innaffiare la phalaenopsis, basterà controllare il colore delle radici, attraverso le pareti del vaso trasparente, se queste sono:

  • verdi, la pianta non ha bisogno d’acqua,

se invece, si presentano di un colore tendente al

  • grigio argento, allora è il momento di annaffiare.

Quando innaffiare altri generi di orchidea

se la tua orchidea non è una phalaenopsis, ha il vaso scuro o le sue radici non cambiano colore dopo le bagnature allora bisogna familiarizzare col peso del vaso.

La differenza tra un vaso asciutto e uno bagnato è davvero tanta, evidente anche soppesandoli a mano senza bilancia.

Se il vaso è leggero allora puoi bagnare, se è pesante oppure sei in dubbio meglio aspettare.

Se non senti una grande differenza nel peso, e questo parametro non ti dice niente, significa che forse non hai bagnato abbastanza.

Bagna bene tutto il substrato e sentine il peso, paragonalo con un’orchidea asciutta sentirai di certo la differenza!

Anche il colore del substrato può aiutarti in parte perché sarà scuro quando bagnato e più chiaro da asciutto (considera però che potrebbe essere asciutto in superficie e bagnato sul fondo, per questo soppesare è sempre la strategia migliore).

Puoi guardare questo breve video, sulle innaffiature in vasi non trasparenti:

https://www.instagram.com/reel/C6s-vCRLL8K/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA==

Come innaffiare

Non ci sono metodi giusti o sbagliati, l’importante è trovare una routine comoda, organizzarsi, per agevolare il più possibile l’operazione dell’innaffiatura.

Trovate il vostro sistema ideale, ecco alcuni esempi:

  • portare le piante vicino al lavello ed annaffiare con acqua del rubinetto;
  • Riempire il sottovaso d’acqua e vuotarlo dopo qualche minuto;
  • immergere le phalaenopsis in contenitori d’acqua, per qualche minuto;
  • bagnare a bordo vaso con innaffiatoi o pompa a pressione (io faccio così).

Tutti i metodi sopra elencati possono essere validi e potete scegliere il più pratico per la vostra coltivazione, con una accortezza fondamentale:

l’acqua non deve mai arrivare all’interno del colletto della pianta, o tra le ascelle fogliari delle phalaenopsis o all’interno delle nuove crescite appena spuntate delle orchidee simpodiali!

Questo, infatti potrebbe causare nella phalaenopsis marciume del colletto, cioè l’attacco di un fungo, che distrugge il fusto della pianta causandone la morte, una volta insediatisi, questi funghi sono molto difficili da debellare.

Anche nelle orchidee simpodiali le nuove crescite che sembrano quasi delle spighe, sono sensibili al ristagno d’acqua (problema che non si verifica più dopo la formazione dello pseudobulbo).

Sconsiglio, già che ci siamo (XD) anche la nebulizzazione delle foglie, meglio invece, un umidificatore per alzare l’umidità ambientale, molto più efficace e meno pericoloso.

Importante anche evitare di lasciare acqua stagnante nel sottovaso, a contatto con le radici per evitare la comparsa di marciume radicale.

In conclusione

ricordiamo che la stragrande maggioranza delle orchidee epifite desidera un buon ritmo bagnato/asciutto, amano avere il substrato molto bagnato e di nuovo completamente asciutto in un lasso di tempo di massimo 10 giorni circa, con un periodo più lungo rischiamo marciume radicale.

Hanno un’ottima riserva di acqua nelle foglie carnose o negli pseudobulbi per questo non richiedono bagnature frequenti, anzi in caso si sia in dubbio se innaffiare o meno, meglio aspettare qualche giorno.

Un piccolo trucco può essere quello di guardare lo spessore delle radici, in genere più sono spesse più desiderano asciugare, più sono sottili più desiderano il mix leggermente umido tra una bagnatura e l’altra.

Ti potrebbe interessare

lascia un commento

* utilizzando questo form ci autorizzi al trattamento dati, come indicato nella privacy policy