Oggi in tutto il mondo si celebra la giornata della terra, istituita nel 1970 per cercare di sensibilizzare le menti alla necessità di salvaguardare il pianeta, conservandone le risorse naturali.
Earth Day
Ogni anno l’earth day privilegia un tema e quello di quest’anno è riparare il danno, cioè riabilitare e ridurre l’impatto che l’uomo ha sul pianeta.
e le orchidee?
Neanche le orchidee sono immuni al passaggio dell’uomo, anzi sono seriamente colpite dalla continua raccolta per uso alimentare, medico, o a scopo di lucro.
In Turchia la produzione di salep, una farina a base di tuberi essiccati di orchidee, per produrre bevande e aromatizzare gelati, viene portata avanti da millenni, quando già in antichità era utilizzata come medicinale e rischia di portare all’estinzione diverse specie.
In Asia poi dove da sempre le orchidee erano raccolte a scopo medico, si è assistito ai primi del 1800 ad una vera e propria depredazione da parte di mercenari, che ingaggiati dai ricchi mercanti europei devastavano le foreste per raccogliere più orchidee possibile, distruggendo, inoltre, ciò che rimaneva per evitare che anche i concorrenti ne potessero entrare in possesso!
Siamo arrivati al punto che molte delle orchidee presenti in coltivazioni private, non esistano più in natura!
Come ripristinare l’habitat delle orchidee.
Fortunatamente diverse organizzazioni, in diverse parti del mondo, si stanno muovendo al fine di ripristinare e ripopolare gli habitat che erano appartenuti alle orchidee.
A questo proposito, anche in Italia, l’associazione LIFEorchids cofinanziata dall’Unione Europea, ha messo in campo dal 2018 un progetto di reintroduzione di 9 specie di orchidee spontanee italiane.
Tra cui la famosa Ophrys, l’orchidea i cui fiori imitano un insetto per attrarre gli impollinatori.
Il tutto avrà luogo all’interno di due riserve naturali in Italia, il Parco di Portofino in Liguria e quello del Po in Piemonte, dove sono state individuate 8 zone, che diventeranno una sorta di microriserva o vivaio naturale.
Ecco come avviene la ripopolazione!
Sono stati raccolti dei semi dalle orchidee rimaste in questi siti e sono stati fatti germinare in vitro (presso il CREA consiglio per la ricerca in agricoltura e l’economia agraria) e alla fine dello scorso febbraio sono state trapiantate in natura.
I custodi delle orchidee
Ora entrano in gioco i custodi delle orchidee, infatti, tramite accordi con i proprietari e gli utilizzatori di questi terreni, verranno messe in atto pratiche volte a tutelare e preservare la conservazione delle orchidee.
Il progetto proseguirà fino al 2023, chissà quanto cresceranno le piccole orchidee trapiantate qualche settimana fa!
