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Abbiamo iniziato tutti così!

da Micaela Petrilli

Abbiamo iniziato tutti così… non è vero? Una phalaenopsis ibrida presa in un supermercato o grande magazzino. Ci hanno rapito i suoi grandi fiori, le sfumature di colore, il groviglio di radici o forse le grandi foglie verdi e lucide.

Ora che l’abbiamo con noi come possiamo curare al meglio la nostra “ibridona”? 
Veder rifiorire e vegetare la nostra phalaenopsis è più semplice di quel che sembra, bisogna solo avere qualche piccola accortezza:
1. Le phalaenopsis in natura vivono attaccate ai tronchi degli alberi, quindi non rinvasiamole in normale terriccio, l’ideale è il Bark, significa corteccia in inglese, la sua struttura permetterà all’aria di circolare tra le radici evitando che soffochino, non si inzupperà d’acqua evitando che queste marciscano, e non si deteriorerà troppo velocemente, inoltre simulando il tronco degli alberi a cui l’orchidea si avvinghia con le sue radici sembra essere uno dei substrati più adatti per tenere le orchidee in vaso! Il bark in commercio ha diversi prezzi, io mi trovo benissimo con Orchiata, bark di ottima qualità acquistabile comodamente su Amazon, già lavato e sterilizzato, pronto all’uso!
2. Le phal pendono a testa in giù dai tronchi su cui vivono, mentre in vaso si trovano messe al contrario, quindi stiamo attenti a non mandare acqua attraverso le foglie all’interno del colletto della pianta, o rischiamo di farla morire per marciume! Per facilitare il procedimento dell’innaffiatura ho acquistato una pompa a pressione, potete sceglierla da 1 lt. fino a 16 lt. di capienza e tramite il beccuccio, erogare acqua soltanto alla base del bark senza rischiare di mandare acqua nelle ascelle fogliari come si farebbe con un innaffiatoio o sotto il rubinetto, inoltre bagnare le orchidee per immersione è sconsigliato in inverno in quanto il substrato asciuga molto più lentamente. Con questa pompa a pressione mi trovo molto bene perchè manda a pressione tutto il serbatoio e quindi non  devo caricarla in continuazione, come dovevo fare con altre, inoltre il beccuccio è di ottima qualità e non goccia quando si interrompe l’erogazione! 
3. In natura si trovano in zone molto luminose ma protette dalle fronde degli alberi e da una sorta di foschia nel cielo, il sole lì non è così forte come da noi. Mettiamole sui davanzali, davanti alle finestre e da marzo a ottobre proteggiamole con una tendina chiara che schermi i raggi diretti del sole, in inverno il sole invece è gradito!

4. Le Phalaenopsis sono abituate ad abbondanti piogge ma poi l’acqua scivola velocemente giù dai rami degli alberi e loro si asciugano in fretta. Facciamo qualche altro foro sul vasetto, anche ai lati. Bagnamole da sopra lasciando scolare l’acqua dai buchi e solo quando vediamo le radici di un colore argenteo/grigio.

5. Sui tronchi degli alberi rimangono tracce di foglie in decomposizione e altro materiale organico da cui le radici assorbono nutrimento. Concimiamo le nostre phalaenopsis, hanno bisogno di mangiare oltre che di bere e nel bark non si trova nutrimento, è un materiale inerte!

6. Le phalaenopsis ibride sono frutto di incroci che le hanno rese abbastanza tolleranti, ma non stressiamole con grandi sbalzi di temperatura, sono pur sempre piante tropicali! Il passaggio dai 24 e più gradi estivi ai 19/20 gradi presenti nelle nostre abitazioni riscaldate in inverno, è più che sufficiente ad innescare la fioritura.

Infine preparatevi a godere di fioriture abbondanti e ripetute più volte l’anno!!!

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